Augusto e il Mausoleo

Erano passati pochissimi anni dalla battaglia di Azio. Nel mare della Grecia, la flotta fedele a Ottaviano, condotta dall’ammiraglio Marco Vipsanio Agrippa, aveva sbaragliato quella di Antonio e Cleopatra. La guerra civile fra l’erede designato di Giulio Cesare e il suo antico luogotenente si era finalmente conclusa.
Ottaviano, che di lì a pochi anni avrebbe ricevuto il titolo di “Augusto”, poteva finalmente concentrarsi sulla sola arte del governo. Tutt’oggi, è difficile non riconoscerlo come uno dei suoi massimi interpreti, in tutta la storia umana. Augusto consolidò l’Impero romano, promosse importanti infrastrutture, diede ai romani un sistema monetario stabile, assicurò pace e diritto alle popolazioni dell’Impero, fece di Roma una città monumentale.
Forse non è un caso se quella del Mausoleo è un’idea che Augusto coltiva dal 28 a.C., la cui realizzazione accompagna i suoi successi di riformatore e di politico. Faceva la storia e, nello stesso tempo, pensava a scrivere la memoria che ne sarebbe stata serbata.
La stessa parola Mausoleo ha una storia che s’intreccia con quella del potere. Deriva da Mausolo, antico re orientale, Satrapo della Caria. Il Mausoleo di Mausolo, ad Alicarnasso – la moderna Bodrum – era considerato una delle 7 meraviglie del mondo. La forma circolare del Mausoleo di Augusto ricorda però più le antiche tombe etrusche che non i sepolcri greci.
Il Mausoleo di Augusto è la più grande tomba circolare al mondo. Il diametro misura 87 metri. Si componeva di un corpo cilindrico, al centro del quale si apriva verso sud una porta preceduta da una breve scalinata. All’interno, si trovava la cella sepolcrale che ospitava le urne con le ceneri dei parenti di Augusto. L’urna dell’Imperatore con ogni probabilità si trovava nel cilindro centrale, in corrispondenza della statua posta sulla sommità.
In prossimità dell’ingresso, forse su pilastri, erano collocate le tavole bronzee con incise le Res Gestae, il racconto delle imprese politiche di Augusto redatto da Augusto stesso (il testo è trascritto sul muro del vicino Museo dell’Ara Pacis).
Il cilindro centrale aveva un’altezza che raggiungeva i 40 metri; s’imponeva sulle colline vicine, proiettava la statua bronzea di Augusto che era posta sulla sua sommità, verso il cielo, così da essere visibile anche da molto lontano.
Nel Mausoleo furono sepolti i congiunti e i discendenti di Augusto. Fu usato come tomba per più di un secolo. Ma quando gli imperatori successivi si costruirono sepolcri diversi, il Mausoleo fu lentamente lasciato in stato di abbandono.
Tramontato l’Impero Romano, nel Medio Evo la famiglia Colonna fortificò il Mausoleo trasformandolo in castello. Attraversò quindi un periodo di declino, venne razziato e i suoi marmi furono saccheggiati per essere riutilizzati in altre costruzioni e monumenti.
Mentre passava di mano in mano, il Mausoleo ospitò un giardino pensile, un anfiteatro per spettacoli di corride e fuochi artificiali, un teatro di posa e all’inizio del 900, con il nome di Auditorium Augusteo, fu una delle sale da musica più famose d’Europa.
In epoca fascista venne tentato il restauro del monumento: fu demolito l’Auditorium che sovrastava il Mausoleo e con esso le costruzioni che durante i secoli gli erano cresciute addossate. La guerra interromperà l’opera e da allora la tomba di Augusto sarà nuovamente abbandonata.
Nel 2007 sono iniziati nuovi scavi archeologici del sepolcro e della piazza circostante e dal 2016 il Mausoleo è oggetto di un restauro conservativo che gli restituirà, come merita, un posto di primo piano tra le ricchezze archeologiche di Roma e, quindi, del mondo.

 

 

Tam vicina iubent nos vivere mausolea, cum doceant, ipsos posse perire deos / Il Mausoleo di Augusto, qui vicino, mi ordina di vivere, insegnandomi che anche gli dei possono morire
Marziale, Epigramma 5.64

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