L’eredità di Augusto

Augusto riforma ogni settore dello stato: il senato, la carriera politica, l’esercito, la moneta, la religione e i costumi, la gestione delle colonie e il sistema di tassazione, con la creazione del Fiscus per raccogliere le tasse delle colonie imperali che si aggiunge all’Aerarium, arricchito dalle colonie senatorie.

Dalle colonie arrivano a Roma ingenti ricchezze, materie prime e schiavi, e per gli stessi luoghi partono il grano, il vino e l’olio prodotti in sud Italia. Il bacino del Mediterraneo è in pace e il commercio può prosperare tranquillo. Chi maggiormente approfitta di questo boom economico è la classe senatoria della capitale, ma l’Imperatore si preoccupa di sostenere la popolazione più povera attraverso continue elargizioni di grano.

Girali vegetali, rilievo della fronte orientale dell’Ara Pacis, Museo dell’Ara Pacis, Roma.

CULTURA GRECA

Le riforme volute da Augusto fanno tutte parte di un più ampio progetto di rinnovamento culturale dello Stato.

I rozzi romani che solo due secoli prima, entrando a Siracusa avevano con disprezzo trucidato Archimede, una delle menti più brillanti della cultura greca, oggi proprio dei greci studiano e copiano l’arte, la poesia, il teatro, la filosofia, tralasciando solo la matematica, la cui struttura teorica non si concilia con la notazione dei numeri romani. La cultura greca viene assorbita da quella romana andando ad arricchire i due pilastri della società latina: il diritto e l’ingegneria civile.

IL SENSO DELLO STATO

Augusto si mostra come uomo interessato unicamente al bene della Repubblica. In un mondo senza mass-media, la comunicazione passa anche attraverso le scelte architettoniche. Augusto ricostruisce Roma, ma non si occupa della sua dimora personale, che rimane per tutta la vita una casa gentilizia sul colle Palatino, spaziosa e confortevole certo, ma non la reggia di un grande imperatore. Solo si preoccupa che questa casa sia vicino a quella che era considerata la casa di Romolo, il mitico fondatore della città, e nelle immediate vicinanze costruisce un tempio dedicato ad Apollo, il suo dio protettore. Anche questa scelta contribuisce a creare la cultura imperiale: lo Stato è più importante degli uomini che lo governano e la casa dove vive Augusto diventa il centro simbolico della nascita del nuovo impero.

ROMA IMPERIALE

Non vuole per sé una reggia, ma si occupa di costruire edifici pubblici e simbolici, oltre a realizzare una grande rete di infrastrutture.

“Ho trovato una città di mattoni e lascio una città di marmo”. Non sappiamo se Augusto abbia realmente pronunciato questa frase tramandata da Svetonio, ma quello che è certo è che in questo periodo Roma viene arricchita di numerosissimi nuovi edifici e il suo aspetto cambia profondamente: assume le dimensioni e gli splendori di una città imperiale e diventa la “capitale del mondo”, come ancora oggi viene chiamata.

INGEGNERIA CIVILE

Marco Vipsiano Agrippa, storico amico di Augusto, si occupa della direzione della costruzione delle maggiori opere pubbliche, tra le quali vanno ricordate ben 3 nuovi acquedotti: Aqua Iulia, Aqua Virgo e Aqua Alsientina.

L’acquedotto dell’Aqua Virgo, costruito anche per portare acqua alle nuove Terme di Agrippa, è l’unico acquedotto romano ancora in funzione e alimenta le più importanti fontane della città: la Barcaccia di Piazza di Spagna, la fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona e la famosissima Fontana di Trevi.

LE IMMAGINI DEL NUOVO POTERE

Il Foro romano è da sempre il centro della vita pubblica cittadina. Augusto conclude la trasformazione della piazza già iniziata da Cesare, con la cancellazione del Comitium, il luogo dove prima si svolgevano le assemblee popolari e l’inaugurazione della nuova Curia per ospitare le riunioni del senato.

Nell’area centrale del Foro romano, Augusto costruisce il Tempio del Divo Giulio, dedicato a suo padre, il primo romano proclamato dio dopo la sua morte. Sul podio del tempio vengono messi in mostra i rostri delle navi di Cleopatra, sconfitta ad Azio. Due nuovi archi trionfali ricordano le recenti vittorie militari. Nasce un nuovo foro dedicato ad Augusto. È adiacente al foro di Cesare e ospita il Tempio di Marte, progenitore della stirpe dell’Imperatore.

Il Campo Marzio, prima non costruito, ospita adesso i monumenti di Augusto oggi più famosi e ben conservati: il Mausoleo, il Pantheon, l’Ara Pacis e l’orologio solare, la cui “lancetta” è l’obelisco che ancora si può ammirare a Piazza Montecitorio.

Erma virile identificata come ritratto di Virgilio, Musei Capitolini, Centrale Montemartini.

IL RINNOVAMENTO CULTURALE

Oltre ai monumenti, il nuovo impero deve avere i suoi cantori, così l’altro grande amico di Augusto, Gaio Cilnio Mecenate, si occupa di radunare un circolo di poeti e intellettuali intorno alla corte imperiale. Mecenate ha ricevuto i migliori gradi di istruzione del tempo e la sua cultura lo rende saggio; rimane sempre vicino ad Augusto come consulente politico. Utilizza la sua grande ricchezza per ospitare e finanziare poeti e artisti, sia per amore della cultura, sia perché ritiene che le arti siano necessarie per promuovere il nuovo ordine dello stato. Tra i più importanti poeti del circolo di Mecenate ci sono Virgilio, Orazio, Properzio, ma anche molti poeti minori.

Nell’Eneide, Virgilio racconta di come Enea, fuggito da Troia, sia arrivato sulle coste laziali e abbia fondato la nuova città di Roma. Attraverso questo poema Virgilio spiega come la dinastia Giulio-Claudia -quella di Augusto- discenda direttamente da Marte e da Venere, attraverso Enea e Romolo. Questo mito della fondazione giustifica ed esalta il nuovo, immenso, potere dell’imperatore Augusto.

Testa ritratto di Mecenate, Museo Archeologico Mecenate, Arezzo.

 

IL MECENATISMO

Mecenate capisce l’importanza della cultura ed è disposto a elargire parte dei suoi beni per sostenere coloro che creano cultura: intellettuali, artisti e poeti. Mecenate capisce che la grandezza di un popolo non si misura solo sull’ampiezza delle sue conquiste o sulla solidità delle sue opere pubbliche, ma anche sulla sua profondità culturale e sulla bellezza che lascia ai posteri.

Il comportamento di Mecenate è stato così importante nella storia che anche poeti latini successivi, come Marziale e Giovenale, ancora lo ringraziano per aver sostenuto la cultura della sua epoca. Anche oggi, il suo nome viene associato a chiunque sostenga e finanzi la cultura. Mecenate ritiene che gli artisti non debbano passare il tempo ad occuparsi del loro sostentamento materiale, ma solo a creare e per questo si occupa di finanziare le loro necessità.

Sembra che sul letto di morte, lasciando le sue ricchezze ad Augusto, lo abbia pregato di continuare a sostenere i suoi amici poeti che “hanno cose più importanti da fare che non badare a se stessi”.

“Ai vantaggi che la natura offre alla città di Roma, i romani ne hanno aggiunti molti altri con le loro opere. I Greci sono famosi per fondare le loro città cercando la bellezza, la forza, le posizioni dei porti, la fertilità dei luoghi, ma i romani si occupano, invece, di quelle cose che i greci trascurano, come le strade lastricate, gli acquedotti e le fogne. L’acqua portata dagli acquedotti in città è tantissima, scorre in canali sotterranei simili a fiumi e quasi ogni abitazione ha cisterne, canali e serbatoi per raccoglierla. Di questo si è occupato con grande impegno Marco Agrippa che ha ornato la città anche di molti altri monumenti. Pompeo, il Divo Cesare e Augusto, e i figli degli amici e la moglie e la sorella di Augusto hanno superato ogni altro, per l’impegno e il patrimonio speso per la costruzione di monumenti. La maggior parte si trovano nel Campo Marzio, la cui bellezza naturale è stata arricchita dall’opera dell’uomo. Questa pianura è sufficientemente ampia da offrire lo spazio aperto necessario alle corse dei carri e dei cavalli, alle scuole di giochi con la palla, al lancio del disco e alla palestra.

Vicino a quel campo ce n’è un altro, con molti portici intorno, e boschi, tre teatri, un anfiteatro, e templi sontuosi, tanto che guardando quella parte della città verrebbe da pensare che il resto sia solo un’aggiunta. I romani stessi considerano questo luogo il più importante di tutti e qui hanno eretto i monumenti degli uomini e delle donne più illustri.

Fra questi è importantissimo il Mausoleo, formato da un cumulo di terra sopra una splendida base di pietra bianca, posto vicino al fiume, sempre coperto dall’ombra delle piante, e sulla cui sommità si trova l’immagine in bronzo di Cesare Augusto. Sotto il cumulo di terra ci sono le ceneri dello stesso Augusto e dei suoi congiunti e familiari. Dietro c’è un gran bosco, dove si possono fare bellissime passeggiate.

Nel mezzo del Campo si trova il luogo dove Augusto è stato cremato. È circondato da un cerchio di pietra bianca ed una sbarra di ferro, dentro è pieno di pioppi.

Se poi un uomo si reca al vecchio foro e contempla le basiliche, i portici, i templi, e poi vede gli edifici sul Campidoglio, i palazzi sul Palatino e il passeggio di Livia, facilmente dimenticherà ogni altra città. Tale è Roma.”

Strabone, Geografia, V,3,8
60 a.C. – 23 d.C.

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